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Donazione di giocattoli

Grazie alla generosità dell'Ordine di Malta attraverso la delegazione di Catanzaro, la Befana con i suoi giocattoli è arrivata ai tanti bambini della nostra Parrocchia. Ringraziamo l'Ordine di Malta per la sua continua vicinanza alla numerose famiglie bisognose. 

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Andate, vi è nato il Messia, l’Emmanuele

Il tempo non ci appartiene, siamo pellegrini nel tempo, ma non siamo padroni di questo tempo, è Dio che fissa i tempi, ed anche Paolo è cosciente quando nella lettera ai Gàlati scrive “venne la pienezza del tempo”. Questo fa capire che è Dio che conduce la storia, noi camminiamo con l’invito fatto nella I domenica d’avvento, ovvero quella di attendere, di capire dove andare, far diventare la vita non un’agenda ma una storia, perché l’agenda sono quei eventi che la contrassegnano, ma una storia è scriverla col cuore, scriverla con la propria vita e lasciare traccia e pietre miliari che segnano e solcano questo cammino di fede. Una storia deve essere autentica e vera, che non deve diventare semplicemente un libro “C’era una volta…e vissero felici e contenti, oppure morì” ma deve essere una storia di salvezza, perché se riconosciamo che la vita non ci appartiene, ma appartiene tutta a Dio, la mia felicità dipende da quello che vuole lui, da questa ricerca del volto di Dio, “…Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia…” ( benedizione che i sacerdoti ebrei davano la sera delle feste oppure all’inizio dell’anno), è l’augurio che ci facciamo ed  il motivo che ci dovrebbe accompagnare tutto l’anno. “O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco, di te ha sete l'anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz'acqua.” Una dichiarazione d’amore stupenda, per vivere abbiamo bisogno di Lui, nostr’acqua, nostra fonte.

Un Dio che sposa la mia sofferenza, la mia difficoltà, un Dio che diventa l’Emmanuele, un Dio che traccia la storia servendosi di persone, come Maria, Giuseppe, i pastori, tutta la gente che 2.000 anni fa si è avvicinata a questa coppia. La storia della nostra vita in fondo è gestirla non partendo da noi stessi, convinti che le nostre scelte sono solo nostre e gli altri non ci devono entrare, perchè la fede va vissuta e celebrata in una comunità, in donazione, perché quello che si è udito, si è visto, va testimoniato, perché Lui è il nostro compagno di viaggio. Maria, è rappresentativa di quelle persone che cercano Dio e che cercano di capire questo Dio, perché Lui chiama, ma siamo noi che dobbiamo essere capaci di ascoltare. Quando l’angelo arriva, non bussa alla finestra, Maria lo capisce nel cuore, con una fede che è maturata lentamente crescendo con la vista del Figlio davanti la croce, lei che da mamma diventa discepola di un amore totale di dedicazione.

Lei insegna che il silenzio ti fa accogliere la voce di Dio, è un vento leggero, un vento che è stato inizio della creazione, è quel vento nel deserto della vita che a volte si presenta, chiedendo delle cose, che forse sono troppo grandi, ma questo è il senso della vita, è giocarsela, è decidere da che parte stare, è spogliarsi di tutte quelle cose che non appartengono alla sua volontà, che impediscono di essere uomo libero, un uomo capace di guardare in alto, un uomo che non accetta compromessi. Maria custodisce nel cuore tutte queste cose facendole diventare una meditazione continua. Noi siamo protagonisti di una grande storia, di una bellissima avventura, noi siamo figli di Dio, pensando al Natale Dio ha assunto la nostra natura, diventata un frammento di eternità di vita, il nostro esistere ha lo sguardo lassù, perché veniamo da lassù, siamo creati ad immagine e somiglianza e quindi aspiriamo a cose alte, e tutte le cose che scriviamo in questo libro, che si chiama storia della salvezza, noi ce lo giochiamo a partire da qui, cercando qual è il progetto di Lui su di me. Ma capirlo è difficile, perchè non bussa sulla spalla dicendo “Devi fare questo”. Un modo per capirlo, per esempio sono i pastori, che a quell’epoca erano considerate persone impure, perché vivevano con gli animali  e come animali, poi erano ladri, eppure sono protagonisti di grande evento, l’angelo li chiama per andare davanti a quella grotta e loro vanno, “Andate, vi è nato il Messia, l’Emmanuele”, “E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.”, e lo riferiscono con grande cuore che “Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette.” Noi non abbiamo un angelo che ci dice “Vai”, ma in fondo ognuno di noi è messaggero di Dio, l’uno per altro, ed anche gli avvenimenti che viviamo ci parlano di Dio. Ed è qui la bellezza della vita, una ricerca continua di senso, è quell’inquietudine di piacere al mio Signore, quell’essere capace di saper leggere la volontà di Dio negli avvenimenti che viviamo, cercando di essere pronto come Maria ad essere discepola di questo Figlio, paradossalmente, Lei che è creatura dà vita al creatore, ma nello stesso momento in cui l’ha generato diventa discepola del Figlio, e noi dovremmo imparare a guardare Gesù non soltanto unione del grande amore del Padre verso l’umanità ma anche come modello su cui ispirare il nostro cammino.

Santo Natale

"La pandemia ci ha fatto ripensare ad un rapporto con Dio in un modo totalmente diverso. In queste quattro domeniche di avvento l’attesa è diventata una ricerca nel deserto, di quello che siamo, di quanto amiamo il Signore, di quanto è protagonista nella nostra vita. Ma cosa ci ha condotto qui davanti a questo presepe? Forse la ricerca del senso della vita, perché cercare il volto di Dio, cercare la felicità, è cercare qualcosa che dentro di me dia senso a quello che faccio, e non è semplice. Io posso essere l’uomo più impegnato di questo mondo, avere prestigio, titoli, soldi, ma allo stesso tempo essere profondamente deluso dalla vita. Quanta gente si deprime, si suicida. Abbiamo bisogno di qualcosa che riempie il cuore, perché dinnanzi a quella sofferenza, a quella morte, io ci devo trovare la risposta. E’ la risposta di un Dio che è innamorato, un amore che spesso noi non lo vediamo, cercando gratitudini negli altri, quello di Dio ci sembra soltanto dei precetti o una morale che dobbiamo seguire. Ma non c’è una storia d’amore tra noi e Dio. Dobbiamo recuperare questa storia d’amore, di un Dio che non mi giudica, che non mi ha messo qui a buttare sangue, pensare che c’è solo un modo per essere felici: una vita si vive solo per amore, un amore per cui valga la pena, un amore che vale anche la pena salire su quella croce. Un Dio che si consegna nella povertà più assoluta; un Dio che si consegna all’ uomo nella fragilità di un bambino che ci guarda con tenerezza.

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Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

"Nell'immagine del presepe vediamo l'annuncio, la nascita di Gesù, ed oggi domenica 27 dicembre, si focalizza sulla Santa Famiglia, Giuseppe, Maria e Gesù bambino. Forse Giuseppe e Maria non avevano compreso fino in fondo tutto quello che stava per accadere, ecco perchè "Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui." La fede ha bisogno di certezza per tentare di comprendere il mistero, per noi il volto di Dio che cerchiamo, si è reso visibile in Gesù, esprimendo così che Dio si è fatto uomo. Giuseppe e Maria, insieme come famiglia, faranno un cammino di fede per scoprire questo volto, pieno d'amore, che si manifesta con un sorriso, con una croce, un cammino fatto da pietre miliari che segnano tappe, avvolte difficili." A questa Santa Famiglia di Nazareth, oggi, volgiamo lo sguardo per contemplare la bellezza della comunione nell’amore vero. Al termine della celebrazione della  Solennità della Santa Famiglia, una famiglia ha recitato l'atto di affidamento a nome di tutte le famiglie della nostra parrocchia "...Santa Famiglia di Nazareth, rendi le nostre famiglie cenacoli di preghiera e trasformale in piccole chiese domestiche, sostieni la nobile fatica del lavoro, dell’educazione, dell’ascolto, della reciproca comprensione e del perdono...Ogni famiglia sia dimora accogliente di bontà e di pace per i bambini e per gli anziani, per chi è malato e solo, per chi è povero e bisognoso.". In ogni famiglia, come ha affermato Papa Francesco, si ricordino sempre tre parole: "Permesso, per non essere invadenti. Grazie, per aiutarci reciprocamente. Scusa prima che finisca la giornata per evitare "le guerre fredde del giorno dopo"".

Gesto d'amore

Babbo Natale bussa alla porta dei bambini meno fortunati

su gentile concessione del giornale web catanzaroinforma

Un dono per ogni bambino perché tra le cose che rendono magico il Natale ci sono i loro sogni, speranze e desideri. E in questo Natale in cui c’è un po’ più di solitudine e silenzio, in cui gli adulti si barcamenano tra mille difficoltà e preoccupazioni, non c’è nulla di più bello del sorriso sincero e gioioso di un bambino nel vedere Babbo Natale bussare alla sua porta con in mano un dono tutto da scartare. Un attimo pieno di sorpresa che scalda il cuore di chi dona e di chi riceve, che i bambini da adulti ricorderanno con nostalgia come uno dei momenti più belli. Grazie all’intraprendenza dei giovani della parrocchia Santa Maria di Porto Salvo del quartiere Lido di Catanzaro e alla generosità dei cittadini del capoluogo, 84 bambini, tra i meno fortunati della città, quest’anno hanno ricevuto la visita di Babbo Natale. Quello che sta per terminare è stato un anno duro e allora è giusto che ogni ogni bambino possa avere il suo momento di felicità ricevendo in dono un giocattolo: “I ragazzi della parrocchia hanno promosso l’iniziativa di raccolta di giocattoli nuovi da donare alle famiglie bisognose della città e tutta la comunità li ha supportati– ha raccontato Assunta Infante portavoce dell’iniziativa – ci sono state donazioni incredibili da ogni parte della città non solo dal nostro quartiere. Tutto questo è bellissimo.” Con un’offerta in denaro o portando un giocattolo nella sala parrocchiale, in tantissimi hanno voluto partecipare all’iniziativa di beneficenza e già ieri pomeriggio, dopo un momento di raccoglimento e preghiera nella parrocchia insieme a Don Rino Grillo, i ragazzi hanno provveduto alla consegna dei doni casa per casa seguendo le direttive anti-contagio. La distribuzione dei doni proseguirà anche nella giornata di oggi per consegnare un dono ai bambini delle case famiglia della città. E’ proprio vero, a Natale può accadere qualsiasi cosa, e se c’è anche un piccolo seme d’amore le distanze si accorciano, nonostante obblighi e divieti, e la gioia della cura reciproca non può che lasciare spazio a tutto ciò che di bello si ha nel cuore.

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Inizio del periodo d'Avvento

Oggi 29 Novembre 2020 inizia il nuovo anno liturgico con il tempo dell’avvento. L’avvento, come la primavera per la natura, colora di nuovo la vita. E’ un tempo per rileggere la nostra storia, di intravedere nuovi germogli. Sentire nostalgia di qualcosa, che possa togliere pesantezza alla nostra esistenza. Con gioia andiamo incontro al Signore che viene, che si rende presente in mezzo a noi, già adesso, per spezzare ancora per noi  il pane della parola e il pane dell’eucarestia. Le candele, che si accenderanno ogni domenica d'avvento, ci ricordano che Gesù è venuto a vivere le tenebre del peccato ed a condurci nel suo regno glorioso, ci aiutano ad essere vigilanti. La fiamma luminosa ci spinge a crescere nell'amore.

“Un anno che inizia è come riprendere in mano il filo della mia vita, del mio cammino di fede e cominciare a fondarlo su cose più serie. Diciamo che ogni anno che passa dovrei crescere nella fede; ma non sempre è così, perché per quanto amore ci posso mettere, le preoccupazioni della vita, le sofferenze, le stanchezze, le assenze piano piano mi fanno perdere di vista quello che è il filo logico del mio cammino di fede. Avvento è attesa, ma chi attendo? Cosa attendo? L’attesa non è solo l’inquietudine di attendere la persona che amo, ma è anche il senso della vita. Il vangelo di Marco, ci dice, “…voi non sapete quando ritornerà se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino…”, però  sono in cammino in questa vita, una vita che ci è stata regalata, della quale non sono il padrone, sia che viviamo sia che moriamo, noi siamo del Signore. Allora per attendere, io dovrei collocare la mia presenza, in questo mondo, in una realtà molto più vasta. Intanto, capire chi sono e dove vado, e scoprendo magari le mia fragilità, che esiste il dolore, che le cose belle della vita si possono sciupare, che i grandi amori possono finire, e questo crea grandi dolori in me, grande sofferenza. Allora devo rileggere questa cosa, perché esiste il male? Perché esiste la zizzania? Perché dentro di me scopro che esiste il male, perché a volte faccio cattiverie , tante volte le ricevo, ma in questo cammino si può vivere così? Ci può essere una speranza di un mondo nuovo, di una capacità di leggere la vita con più serenità, con più cuore, con più patos. Ed è qui che entra in gioco Isaia che scrive ad una comunità che rientra dall’esilio, una comunità che non trova pace.

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II domenica di Avvento

 Riflessioni dei nostri bimbi e dei nostri ragazzi sulla I domenica di Avvento, in particolar modo sul

CHIEDERE PERDONO

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